Il 2025 si è aperto con un sentimento diffuso di cautela. Le aziende italiane, dopo mesi di oscillazioni economiche, rallentamenti industriali e tensioni geopolitiche, si trovano a operare in un contesto di instabilità strutturale. Gli scenari globali hanno accelerato trasformazioni già in atto: digitalizzazione, automazione, revisione dei modelli organizzativi, e una crescente attenzione al contenimento dei costi.
Eppure, come spesso accade nei momenti di incertezza, è proprio qui che si rivelano le vere strategie di leadership. In un mercato in cui le variabili cambiano più rapidamente dei piani quinquennali, il capitale umano torna al centro delle scelte aziendali: non solo come risorsa, ma come leva competitiva e garanzia di resilienza.
Kilpatrick Executive osserva da vicino questa transizione: da headhunters e consulenti HR, notiamo come le organizzazioni più lungimiranti stiano spostando il focus dall’“acquisire” talento al “comprenderlo e mobilitarlo”, sia internamente sia nei momenti di ridefinizione aziendale. Ed è qui che entra in gioco un concetto chiave: la HR due diligence.
Perché parlare di mobilità e due diligence del capitale umano nel 2025
In Italia, secondo la ricerca Global Human Capital Trends 2025 di Deloitte, il 78% delle imprese segnala un disallineamento tra competenze e mercato. È un dato che racconta una verità scomoda: i piani di crescita rischiano di arenarsi non per mancanza di strategia, ma per mancanza delle giuste persone nei giusti ruoli.
Parallelamente, l’ultimo rapporto Anitec‑Assinform evidenzia che oltre l’80% delle aziende del settore IT considera la mobilità interna più rilevante del recruitment esterno. Non è solo una questione di costi, ma di efficienza: la capacità di “spostare” talenti, trattenere know‑how e riconvertire competenze si sta affermando come il nuovo vantaggio competitivo.
In questo scenario, la HR due diligence non è più un esercizio tecnico riservato alle operazioni di M&A. È diventata una pratica strategica di gestione e valutazione del capitale umano, capace di fornire una visione chiara e oggettiva delle forze, delle vulnerabilità e delle potenzialità interne all’organizzazione.
Che cos’è una HR due diligence e come funziona nella pratica
Definizione e obiettivi
Nata come metodologia di analisi per valutare il rischio nelle fusioni e acquisizioni, la due diligence applicata alle HR si è evoluta in un processo di valutazione integrato che consente di capire quanto il capitale umano sia allineato al modello di business e alla direzione strategica dell’azienda.
L’obiettivo non è solo descrittivo, ma predittivo: anticipare criticità, individuare gap di competenze, prevenire perdite di talento e costruire piani di mobilità e successione coerenti.
Per un headhunter, la HR due diligence è lo strumento che permette di guardare oltre i ruoli e le job description, fino a leggere il potenziale reale delle persone: la loro readiness al cambiamento, la capacità di leadership, la compatibilità con nuove culture organizzative.
Le componenti chiave della HR due diligence
Una due diligence efficace combina analisi quantitative e qualitative:
- Mappatura delle competenze e degli skill gap. È la base per ogni strategia HR moderna: capire dove si trovano oggi le persone e quali capacità serviranno domani per affrontare l’evoluzione del mercato.
- Analisi della mobilità interna. Sistemi di job posting interni, piani di carriera trasversali e percorsi di upskilling consentono di valorizzare le risorse già presenti.
- Mobilità esterna e retention. Studiare i tassi di turnover e le ragioni delle uscite permette di intervenire prima che il know‑how critico lasci l’azienda.
- Analisi culturale e organizzativa. Valutare engagement, motivazione e readiness al cambiamento è cruciale per accompagnare ristrutturazioni o fusioni interne.
- Integrazione tecnologica. La digitalizzazione, l’AI e l’automazione stanno ridefinendo ruoli e competenze. Una due diligence strutturata aiuta a comprendere l’impatto dell’innovazione e a gestirla in modo sostenibile.
Quando e perché attivarla
In tempi di incertezza, la HR due diligence è una bussola strategica. Non serve solo durante un’acquisizione o una fusione, ma diventa essenziale in ogni fase di ristrutturazione, revisione dei modelli organizzativi, ridefinizione di ruoli o strategie di crescita internazionale.
Le aziende che la adottano con regolarità possono:
- ridurre i rischi decisionali, grazie a dati oggettivi sulle persone e sulle competenze;
- rafforzare la resilienza organizzativa, favorendo la mobilità interna e la retention;
- pianificare con visione, individuando i futuri leader e i potenziali gap di successione.
Per un headhunter esperto, ogni progetto di due diligence è anche un esercizio di ascolto: permette di leggere la cultura aziendale, di comprendere dove si trovano i talenti e dove, invece, l’organizzazione rischia di perdere slancio.
Dalla valutazione al vantaggio competitivo
La HR due diligence non è un semplice report: è un investimento nel futuro dell’organizzazione. Consente ai leader di prendere decisioni più informate, di costruire strategie di sviluppo sostenibili e di allineare il capitale umano agli obiettivi aziendali.
In Kilpatrick Executive, accompagniamo le aziende in questo percorso attraverso un approccio che unisce analisi, assessment e consulenza strategica. Dalla mappatura delle competenze alla valutazione della cultura organizzativa, supportiamo i nostri clienti nel comprendere davvero il potenziale delle loro persone e nel trasformarlo in valore concreto.
Perché in tempi incerti, la differenza tra sopravvivere e guidare il cambiamento è tutta nella capacità di fare scelte consapevoli sulle persone giuste.