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Abbandonare il processo di assunzione? 3 ragioni e modi per farlo bene

E’ importante mantenere saldi i rapporti con un selezionatore sia questo un headhunter o un recruiter di un’azienda, anche se un lavoro lo avete già e non ne state cercando un altro. Nella vita le cose cambiano e potreste avere voglia o necessità di cambiare azienda in futuro, le strade con chi ha curato una selezione con voi si possono incrociare nuovamente e quindi lasciare una buona impressione durante un iter di selezione è basilare. 

Migliorarsi è sempre possibile e per crescere e puntare al meglio è necessario curare i propri rapporti professionali e allargare i contatti dedicando tempo e attenzioni alle persone giuste. Il consiglio quindi è quello di dimostrarsi gentili ed educati cercando di coltivare il rapporto sia con l’headhunter che con l’azienda indipendentemente dall’esito della selezione effettuata. 

Anche in caso di esito negativo ad un colloquio, provate a mantenere lo stesso i contatti con i selezionatori. I motivi che li hanno portati a non scegliervi possono essere diversi ma, quando e se ci sarà di nuovo la possibilità di valutare il vostro profilo professionale, è più probabile che vi ricontattino se siete riusciti ad instaurare un buon rapporto di trasparenza e fiducia.

Anche nel caso siate stati voi a rifiutare un’offerta di lavoro, c’è modo e modo per farlo e, sicuramente, la professionalità e la serietà nel gestire questo momento devono sempre essere presenti se volete che la vostra reputazione sul mercato rimanga alta.

 

Il processo di selezione 

Il lavoro dell’headhunter segue un processo metodologico molto serrato che parte dall’identificazione di una target list di aziende dove ricercare il candidato “ideale” per l’azienda cliente ed arriva fino all’auspicabile offerta al candidato prescelto.

Nel mezzo fra l’identificazione e l’offerta c’è la fase di ricerca, il primo approccio, il colloquio conoscitivo ed i vari colloqui successivi con i vari referenti aziendali. Nel caso dell’headhunting il candidato non è attivamente alla ricerca di un cambiamento professionale, non risponde ad un annuncio, ma viene “scovato” e informato di una opportunità di carriera o di un’alternativa lavorativa. Normalmente quindi il candidato parte tiepido e si riscalda via via nell’iter di selezione se il progetto, il ruolo proposto o l’azienda suscitano il suo interesse.

E’ fondamentale quindi, per il selezionatore, focalizzarsi su temi di attraction, cercare di capire le leve che possono essere di stimolo per un cambiamento e capire se il match con il ruolo e l’azienda esista realmente o meno. La motivazione al cambiamento è il punto critico da tastare con particolare attenzione, durante tutto il processo, per non trovarsi a un rifiuto dell’ultimo momento.

 

I motivi del rifiuto dell’offerta

Purtroppo, in questo particolare momento di mercato, il tema del rifiuto dei candidati è particolarmente sentito dai rectruiters e dalle aziende perché è sempre più frequente raggiungendo livelli mai visti fino ad oggi. Stiamo chiaramente parlando di candidati che ricoprono ruoli molto ricercati e particolarmente appetibili sul mercato e che hanno la fortuna di poter scegliere il loro futuro di carriera ed il datore di lavoro.

I motivi che portano i candidati a rifiutare possono essere variegati:

  • l’azienda in cui lavora il candidato presenta una “contro-offerta” che lo convince a rimanere;
  • un’altra azienda ha proposto un’offerta più allettante;
  • la proposta è ritenuta economicamente non vantaggiosa;
  • il candidato ha scoperto che l’ambiente di lavoro non è come aveva immaginato e la reputazione dell’azienda sul mercato non è delle migliori; 
  • Il commuting richiesto è troppo oneroso o la relocation famigliare è troppo complicata;
  • la flessibilità che si desidera in termini di smartworking non è concessa dall’azienda;
  • all’ultimo minuto si manifesta la paura al cambiamento: la novità spaventa e uscire dalla propria zona di confort suscita sempre un certo timore.

 

Qualsiasi sia il motivo che genera un rifiuto è importantissimo che il candidato gestisca questa fase in maniera etica e professionale. Infatti l’headhunter dedica tempo e risorse per instaurare un rapporto di fiducia e per sostenere il candidato nella fase di scelta. Dovrebbe raccontarsi in maniera trasparente e fare sponda con il consulente e non tenerlo all’oscuro dei propri pensieri.

In diversi casi l’headhunter e l’azienda ricevono una doccia fredda e completamente inaspettata con il rifiuto dell’offerta. Frequentemente il candidato infatti si è sempre dimostrato attento, partecipativo, positivo durante tutto l’iter di selezione e all’ultimo momento si scopre che:

  • Aveva altri processi di selezione in corso.
  • Stava gestendo una fase di rilancio interno alla propria azienda. 
  • Non aveva adeguatamente condiviso l’opportunità di cambiamento o di relocation con la propria famiglia. 

Questi sono solo alcuni casi che ci stiamo trovando a gestire negli ultimi tempi e che ci fanno sottolineare quanto sia importante che, oltre al selezionatore, anche il candidato debba gestire in maniera etica e professionale tutto il processo.

L’azienda riceve un grosso danno da un rifiuto all’ultimo minuto perché, normalmente, si è concentrata con convinzione sul finalista e, raramente, ha figure in panchina da fare entrare in campo. Inoltre i tempi ed i costi si allungano sensibilmente. Il candidato deve tenerne conto e gestire un buon rapporto con il cacciatore di teste e l’azienda per diversi altri motivi. 

 

I vantaggi di una buona gestione dei rapporti

Gestire il rapporto in maniera trasparente ed onesta con gli interlocutori porta diversi vantaggi anche al candidato:

  1. La fase di negoziazione dell’offerta è la più sensibile ed il consulente che vi segue è la persona giusta per trovare il punto di incontro per azienda e candidato: apritevi, confrontatevi e raccontate eventuali dubbi o perplessità in modo che il consulente vi possa aiutare e supportare;
  2. Se siete in grado di mantenere una buona relazione con i selezionatori è possibile che in futuro si possa aprire  qualche nuova opportunità maggiormente in linea con i vostri desiderata nel caso quella attuale non faccia al caso vostro;
  3. Vi potrà capitare di cambiare lavoro in futuro e potreste trovare sulla vostra strada gli stessi attori dell’attuale selezione. 

 

In Kilpatrick cerchiamo di porre particolare attenzione a questo tema e cerchiamo sempre di instaurare rapporti di fiducia con i nostri candidati. 

Abbiamo a che  fare con la vulnerabilità umana e non possiamo certamente ridurre a zero il rischio di rifiuto ma sicuramente stiamo molto attenti ai segnali che si presentano durante l’iter di selezione cercando di interpretarli e avvisando i nostri clienti del rischio. In molti casi riusciamo a capire il problema ed a risolverlo, in altri ci adoperiamo immediatamente ad inserire  in pipeline ulteriori candidature da innestare in caso di rifiuto.

In conclusione, non uscite dal radar dell’headhunter e cercate di coltivare il rapporto in un’ottica di vicendevole opportunità, di networking e di un proficuo scambio di idee.